Fundraising e digitale: previsioni, tendenze e riflessioni per il 2022

Fundraising e digitale: previsioni, tendenze e riflessioni per il 2022

“Crea qualcosa di grandioso che ci faccia fare il salto! (cit. anonimo)

Ancora oggi, il desiderio di scoprire quella scorciatoia, quell’idea che porti l’organizzazione a fare un balzo a sei zeri nel digital fundraising non è svanita ma la verità è che (noi addetti ai lavori per primis) dobbiamo comprendere che il fundraising attraverso il digitale è anch’esso un mezzo, non il fine.

Eccoci arrivati alla fine di questo 2021 e come nel 2020, 2019 e 2018 mi ritrovo a condividere una riflessione sulle tendenze di fundraising e digitale per il 2022.

Il covid è ormai passato?

Credevamo di esserci lasciati alle spalle il grosso del Covid ma stiamo comprendendo che invece ce lo porteremo appresso per diversi anni. Ritenere il Covid ormai superato significa avere una visione miope del futuro.

L’incertezza degli ultimi 2 anni e le preoccupazioni economiche hanno scosso anche l’ambiente non profit e tutte le organizzazioni stanno ragionando in modo differente per portare avanti il loro lavoro.

Negli ultimi anni si sono visti incrementi sostanziosi nelle donazioni online (gioco forza di lockdown e zone a colori) e la digitalizzazione/innovazione ha avuto (e avrà) un ruolo sempre più strategico per le ONP.

Come può aiutare la tecnologia

I processi di integrazione tra tecnologie e piattaforme digitali impongono una rimodulazione del mindset verso un vero e proprio digital-first thinking. Questo approccio oggi è indispensabile per costruire organizzazioni capaci di innovare le proposte di fundraising, riprogettando l’esperienza dei donatori.

Serve un modello, che aiuti ad allinearsi sul ruolo del digitale, inserendolo nei processi e nelle strategie di fundraising.

L’online, per continuare a crescere, ha bisogno della creazione continua di nuovi asset che però hanno un costo elevato ed un tempo/uomo per realizzarli molto ampio.

Alcuni esempi di nuovi approcci alla raccolta fondi li abbiamo visti da Unicef, Fondazione Veronesi, AISM e Save the Children che con i loro NFT, #Stream4AISM e Save the Players hanno creato delle raccolte fondi attraverso beni digitali e lo streaming online di gamers che si sono sfidati con videogiochi tipo Fortnite, Warframe etc..

Si pensa che l’unico modo per essere innovativi sia avere idee innovative su nuovi prodotti o servizi abilitati da una nuova tecnologia.

Come abbiamo visto l’innovazione è molto più ampia.

Ciò che determina il successo dell’innovazione tecnologica è il tasso di adozione della tecnologia, non delle caratteristiche tecniche.

Opportunità d’innovazione sono offerte dagli ecosistemi, dalle abitudini di uso e acquisto dei prodotti, dal ripensare a nuovi utilizzi di tecnologie preesistenti.

Cosa cambierà nel 2022?

Al di là di intelligenza artificiale, NFT o cryptovalute, nei prossimi mesi e così a tendere, il fundraising attraverso il digitale si sposterà sempre di più verso un panorama omnicanale, ovvero un approccio multicanale come il processo di creazione di un messaggio senza fine che si adatta al donatore.

Nel 2022 il costo conversione (quanti investi per ottenere una donazione/donatore) sarà sempre più rilevante e l’analisi dei KPI diventeranno fondamentali.

Utilizzare i social network per “vendere” sarà una tendeza sempre più marcata, Un report di GFK evidenzia che l’82% degli utenti scopre prodotti o Brand attraverso Facebook, l’83% mentre naviga su Instagram. Facebook ha quindi trasformato il semplice e-commerce in un’esperienza multisensoriale.

Quale sarà il punto centrale?

Alla fine di tutte le considerazioni il punto centrale è sempre lo stesso e la parola chiave sempre quella: relazione.

In tutto questo sviluppare, digitalizzare o innovare la relazione è il sistema su cui sempre si baserà il fundraising. Certo sarà necessario intercettare nuove nicchie di donatori, nuovi modi per coinvolgerli e per offrire il miglior percorso di crescita ma sempre di relazione stiamo parlando.

Per crescere, al di la dei grossi budget, serve meno ossessione sulla conversione e più ossessione sulla soddisfazione del donatore.

Buon fundraising!

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