Questo post non tratta di social network, non profit o ambiente, è solo la condivisione di un episodio che mi è capitato un sabato mattina di Ottobre presso l’ufficio postale di Tortona in Largo Borgarelli 19.
Come spesso capita, a chi è fuori casa tutto il dì per lavoro, le raccomandate si devono andare a ritirare presso un ufficio di Poste italiane il primo giorno utile e la prospettiva di uscire di casa, fare coda allo sportello e perdere tempo non è una situazione desiderabile.
Questa mattina mi sono alzato, ho fatto colazione ed ho preso la ricevuta per il ritiro della raccomandata, sono uscito di casa ed ho visto che c’era il sole.
Arrivato in Posta e superata la tensione che ti assale ogni volta che devi premere il tasto per il ticket numerato (sperando di aver scelto l’opzione corretta) mi siedo in attesa del mio turno.
Noto all’interno dell’ufficio postale un signore distinto dal volto corrucciato che si aggira fra gli sportelli con aria inquieta, subito non gli do peso ma il suo inveire contro gli addetti richiama la mia attenzione, non so esattamente quale fosse il suo problema ma il suo essere ineducato (con termini eleganti) mi disturba.
Arriva il mio turno e vado allo sportello dove mi accoglie una Signora sorridente sulla sessantina, avviamo la mia pratica ma questo signore sbraita, si muove, sbuffa.. CHIAMATEMI IL DIRETTORE!! urla. Nel mentre apro Facebook e condivido con la Signora un pensiero che aggiorna il mio stato “Se sei esaurito, stai a casa” :-)
Due addetti più il direttore si prodigano nel servirlo (ndr. non era ancora arrivato il suo turno) ma lui sembra non volerne sapere e ne esce con una prolissa affermazione: “Voi avete degli obblighi di ufficio e se io pretendo che voi mi compiliate questo modulo e che voglio le stampe voi lo dovete eseguire, io sono un avvocato di Milano, qui dove siamo? Tortona? in che via? adesso mi segno tutto e..” non trovando una penna all’interno della sua giacca di sartoria un’addetta allunga la mano per consegnargliela ma lui inveisce: “Da lei non voglio niente!!” .. prende e se ne va.
Quasi costernato incrocio di nuovo lo sguardo della mia dirimpettaia e le confesso che le Poste italiane hanno molti difetti e che la gente quando arriva qui è incavolata, nervosa, etc.. ma che la maleducazione non serve a nulla e che gli impiegati hanno il mio rispetto per la pazienza che hanno con tutti i clienti.
Iniziamo una breve discussione e lei mi dice che nei suoi 40 anni di servizio alle spalle ha visto la gente cambiare, a diventare più aggressiva e meno tollerante in questa ultima decade ma che aveva ricevuto un insegnamento fin da piccola.
Mia mamma era una contadina e mi ha sempre detto che essere gentili nella vita ti porta alla felicità.
Questo insegnamento mi ha confermato quel vecchio adagio che colloca la saggezza nei luoghi più impensati. Grazie Signora e buon lavoro.