Bioetanolo di seconda generazione in Piemonte

Bioetanolo di seconda generazione in Piemonte

L’impiego del bioetanolo contro le emissioni nocive per prevenire l’inquinamento e salvaguardare l’ambiente è costantemente al centro dell’attenzione pubblica.

Vittorio Ghisolfi, fondatore del Gruppo M&G (una multinazionale chimica con sede a Tortona) insieme al vicepresidente della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, del segretario della Commissione Ambiente al Senato, Andrea Fluttero, del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha dato il via alla posa della prima pietra del nuovo impianto IBP di Crescentino (Vercelli), primo impianto industriale al mondo dedicato interamente alla produzione di bioetanolo di seconda generazione che non utilizza colture destinate all’alimentazione.

L’obiettivo è di fare del Piemonte un’area di primo piano nel settore della chimica eco friendly e, in particolare, della produzione di bioetanolo di seconda generazione: un combustibile creato ad hoc con tecniche di idrolisi, fermentazione di biomassa lignocellulosica, raffinazione, di materie prime provenienti da colture non alimentari, adatte a terreni marginali o non coltivabili.

Bioetanolo a Tortona

Oltre agli ovvi vantaggi dal punto di vista della salvaguardia delle colture alimentari, l’utilizzo di queste materie prime non necessita grandi quantitativi di acqua e fertilizzanti, in più, assorbono più CO2di quanta ne rilasciano.

Al completamento nel 2012 l’impianto produrrà 40 mila tonnellate all’anno di bioetanolo di seconda generazione attraverso l’utilizzo della canna comune di fosso e delle biomasse di cellulosa di legno disponibili nella filiera locale (in un raggio di circa 40 km e non destinate al consumo alimentare).

Il ruolo ricoperto dall’Italia, in questo senso, è di battistrada: con il progetto Chemtex di Tortona (società del Gruppo chimico italiano Mossi & Ghisolfi), partito dal programma di ricerca PRO.E.SA realizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino, infatti, il nostro Paese ha avviato il più avanzato programma chimico – industriale al mondo.

Per l’utilizzo finale, ovvero come idrocarburo green, il bioetanolo di seconda generazione costituisce un buon veicolo di bilanciamento del mix energetico e di riduzione della dipendenza dal petrolio, riduce i gas a effetto serra, è di immediata utilizzabilità (gli attuali motori sono in grado di essere alimentati da una miscela formata da benzina e da un 10% di bioetanolo), e crea nuove opportunità per il settore agricolo, grazie anche al risultato di migliori condizioni socio economiche per le aree rurali e depresse, con la possibilità di ottenere filiere produttive corte e di riportare a coltura terreni improduttivi.

Il bioetanolo è una fonte energetica:

  • rinnovabile, perché viene continuamente riprodotta dagli alberi che crescono utilizzando l’energia solare, al contrario degli altri combustibili (carbone, gasolio, gas) che sono destinati ad esaurirsi
  • neutrale, rispetto all’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera, perché la quantità emessa con la combustione è la stessa di quella che è stata assorbita qualche anno prima con la fotosintesi clorofilliana
  • economica, perché il costo è più basso degli altri combustibili e la produzione di biomasse può essere incrementata, senza alcun danno per l’ambiente

 

Fonte e link utili: GreenMe, Wikipedia , Terzo elemento

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